Area della descrizione: Comune di Anzola dell'Emilia

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Il Comune di Anzola dell'Emilia, situato nel tratto di pianura bolognese compreso tra il fiume Reno e il torrente Samoggia, si raggiunge percorrendo da Bologna Km. 13, 7 di via Emilia Ponente. Il suo territorio confina con i Comuni di San Giovanni in Persiceto, Sala Bolognese, Calderara, Bologna, Zola Predosa, Crespellano e con la Provincia di Modena. La località è menzionata per la prima volta in un documento dell'anno 888 nel quale, volendo indicare l'ubicazione di un monastero cassinese lungo la via Predosa, lo si situa "prope Castrum Unciola". Il toponimo, di cui si conoscono le varianti Unzola, Ynzola ed Anzola, sarebbe derivato dall'uso di dividere i fondi rustici in once o parti di once; quindi dal nome di piccola oncia (onciola) si sarebbe passati a quello di Anzola. Nel 946 il castello di Anzola, in seguito a donazione dei marchesi di Mantova Almerico e Franca, passò sotto il dominio dei vescovi di Bologna, unitamente ad altri vasti possedimenti del Pago Persicetano. Numerosi furono i tentativi del Comune di Bologna di assoggettare alla propria giurisdizione il territorio anzolese, nel quadro di una politica di sottomissione del contado, a danno del potere vescovile. Il Comune di Bologna cercò diverse volte di imporre alla popolazione delle campagne oneri di vario tipo, di insediare propri funzionari o di assoggettare alla propria volontà i funzionari appartenenti alla Chiesa. Uno di questi tentativi ebbe come conseguenza, nel 1231, la scomunica del Podestà e del Comune bolognese da parte di Gregorio IX. Nel 1303, di nuovo prevaricando il potere vescovile, il Comune di Bologna fece cingere con un argine il castello di Anzola e fece riempire d'acqua le fosse circostanti per riuscire a meglio fronteggiare i frequenti attacchi provenienti dai Modenesi. Il territorio di Anzola fu coinvolto in vario modo nelle guerre tra Bolognesi e Modenesi: nel 1325 il castello dovette subire la devastazione da parte di questi ultimi vincitori a Zappolino e questa fu solo la prima di una serie di distruzioni perpetrate ai danni del castello e del territorio di Anzola nel corso delle numerose guerre successive. A metà del XVII secolo, pertanto, del castello non rimaneva più molto, oltre alla torre. (1) Il XVIII secolo fu un periodo di relativa calma. Anzola, Santa Maria in Strada e Martignone erano delle comunità dello Stato Pontificio, sottoposte ad un massaro. La discesa dei Francesi al seguito di Napoleone portò invece grossi sconvolgimenti nell'organizzazione amministrativa e territoriale. La legge 24 luglio 1802 anno I Repubblicano istituì il Comune di Anzola, comune di terza classe, compreso nel Distretto di San Giovanni in Persiceto, all'interno del Dipartimento del Reno. In seguito all'involuzione in senso dispotico del regime napoleonico e con la creazione del Regno d'Italia si verificarono altri cambiamenti: il decreto 8 giugno 1805 sulla Amministrazione del Regno e sul comparto territoriale colloca il Comune di Anzola nel Cantone di San Giovanni in Persiceto facente parte, all'interno del Dipartimento del Reno, del Distretto di Cento; introduce inoltre nuove norme relative alla nomina degli organi comunali, volte ad accentuare il carattere accentrato dell'amministrazione. Qualche anno dopo, per ovviare alle difficoltà che gravavano sull'amministrazione del territorio per la presenza di un numero eccessivo di piccoli comuni, si provvide alla loro concentrazione in unità maggiori. In seguito a decreto del Vice Re emanato il 20 aprile 1810 i comuni di Santa Maria in Strada e di Martignone vennero soppressi ed aggregati ad Anzola, che assunse in questo modo l'assetto territoriale che tuttora conserva. Dopo la Restaurazione e il ripristino delle Legazioni Anzola, per effetto del motu proprio emanato da Pio VII il 6 luglio 1816, comprese gli appodiati di Santa Maria in Strada e Martignone; il mutamento rispetto all'epoca napoleonica si attuò in questo caso soprattutto nella terminologia, laddove non si parlava più di "aggregazione" ma di "appodiazione". Con l'editto del Segretario di Stato cardinale Consalvi del 26 novembre 1817 il Comune di Anzola si accrebbe invece di molto grazie alla "concentrazione" degli appodiati di Sala, Bonconvento, Padulle e Bagno di Piano. Essi fecero parte del territorio anzolese fino a che il motu proprio di Leone XII del 21 dicembre 1827 ripristinò la suddivisione amministrativa precedente. Nell'ambito dello Stato Pontificio Anzola fu inoltre sede di Vice-Governatorato, dal 1818 al 1828, e di Podesteria dal 1829 al 1831. (2) Con l'annessione dei territori emiliani al Regno Sabaudo e successivamente al Regno d'Italia le vicende politico-istituzionali del Comune di Anzola vanno ad inscriversi all'interno della storia nazionale italiana. Nel 1859 fu estesa all'Emilia-Romagna la legge comunale e provinciale piemontese, legge Rattazzi del 23 ottobre 1859, mentre la prima regolamentazione dell'ordinamento amministrativo locale dello stato unitario italiano si ebbe con la legge di unificazione amministrativa del 20 marzo 1865, n. 2248. Nel 1864, per evitare gli equivoci causati dall'omonimia con un centro situato nella provincia di Novara, dietro sollecitazione del Ministero dell'Interno la denominazione del Comune venne modificata da "Anzola" in "Anzola dell'Emilia". Note: (1) Nella torre del castello di Anzola fu tenuto prigioniero per alcuni giorni nel 1249 re Enzo di Sardegna, figlio di Federico II, catturato dai guelfi bolognesi nella battaglia di Fossalta. (2) Il Vice-Governatore fu istituito con l'editto del 26 novembre 1817 e il Podestà con il motu proprio del 21 dicembre 1827. L'oppressione delle Podesterie avvenne invece con editto del 5 luglio 1831 del cardinal Bernetti. L'archivio del Vice Governatorato poi Podesteria di Anzola è conservato presso l'Archivio di Stato di Bologna. 
1802 - 

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