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Pincherle, Bruno
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Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, Donne e uomini della Resistenza, "Pincherle, Bruno", http://www.anpi.it/donne-e-uomini/569/bruno-pincherle [ultimo accesso, 13 giugno 2018] "Antifascisti nel Casellario Politico Centrale", a cura di Simonetta Carolini et alii, Volume XIV, Quaderni dell'ANPPIA, ANPPIA, Roma, 1992, p. 430 Archivio CDEC, Fondo antifascisti e partigiani ebrei in Italia 1922-1945, b. 14, fasc. 331 M. Coen, "Bruno Pincherle", Edizioni Studio Tesi, Pordenone 1995 "Pincherle, Bruno" in "Dizionario della Resistenza. Luoghi, formazioni, protagonisti" a cura di E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi, vol. II, Einaudi, Torino 2001. p. 617
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db antifascisti
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17/06/1903
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salvato partigiano antifascista
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Medico
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Alice Pincherle Gino Pincherle
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19030617
n7:dateOfDeath
19690405
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Trieste
n7:education
Laurea in Medicina con specializzazione in pediatria
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Emilio Pincherle
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Farchi
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Irene Farchi
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Guglielmo Pincherle
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n14:
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Avvocato
n13:biography
Bruno Pincherle nasce a Trieste il 17 giugno 1903, figlio di Emilio e Irene Farchi. Studia medicina a Firenze dove si lega al circolo di Salvemini, dei fratelli Rosselli e di Ernesto Rossi e Calamandrei. Nel 1923 aderisce all'Unione goliardica per la libertà, per la quale cerca aderenti anche a Trieste. A Trieste nel 1925 cerca anche di diffondere il foglio antifascista "Non mollare". Arrestato dall'Ovra nel 1928 a Genova assieme al gruppo della Giovane Italia, tra il 1929 e il 1930 Pincherle soggiorna prima a Vienna e poi a Parigi entrando in contatto con gli ambienti socialisti locali e traendone nuovi spunti per la lotta antifascista in Italia. A Parigi incontra Carlo Rosselli e aderisce a Giustizia e Libertà. Rientrato a Trieste, dal 1931 esercita la professione medica e contemporaneamente si lega a intellettuali triestini come Umberto Saba e Eugenio Colorni. Nel 1939, in seguito alle leggi antiebraiche, deve lasciare la professione medica e nel 1940 viene internato, in quanto antifascista, prima nel campo di concentramento di Campagna (Salerno) e poi in quello di Sforzacosta (Macerata). Nel 1941 rientra a Trieste dove riprende i contatti con gli esponenti antifascisti e liberalsocialisti locali e allaccia relazioni con Ferruccio Parri, Ugo La Malfa, Aldo Capitini. Nel 1943 aderisce al Partito d'Azione, e dopo l'8 settembre 1943 si trasferisce a Roma dove assume la direzione del foglio clandestino "Italia Libera". Nel dopoguerra Bruno Pincherle fa ritorno a Trieste dove riprende l'attività di medico pediatra mantenendo il suo impegno civile in particolare a favore del riconoscimento dei diritti delle minoranze. Fra le attività politiche del secondo dopoguerra si ricorda in particolare la fondazione insieme a Parri e Calamandrei del partito Unità Popolare. Membro del Comitato centrale del PSI, Pincherle è stato tra i promotori del PSIUP (1964). Bruno Pincherle, fra le altre cose, fine cultore di studi stendhaliani, è morto a Trieste il 5 aprile 1969. L'archivio personale di Bruno Pincherle è conservato, dal 1998, presso l'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia.
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Pincherle
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M
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Bruno
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