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Settimio Piattelli
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Settimio Piattelli
n3:tableOfContents
1 - Dati anagrafici suoi e della famiglia di origine2 - La vita a Roma prima e dopo le leggi del '383 - La taglia dell'oro di Roma4 - Il 16 ottobre '43, l'arresto della famiglia e la fuga con il fratello5 - La clandestinità a Roma insieme al fratello6 - L'arresto nel '44 ad opera dei fascisti7 - Via Tasso e Regina Coeli8 - Il campo di Fossoli9 - La deportazione ad Auschwitz-Birkenau10 - La vita al campo e la consapevolezza dei forni crematori11 - Il trasferimento a Stutthof12 - Il trasferimento a Stoccarda e la separazione dal fratello13 - La liberazione il 07.04.4514 - Il viaggio di ritorno a Roma15 - L'arrivo a Roma e l'incontro con i parenti16 - Riflessioni sulla sua esperienza
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1996 apr. 17
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non fiction
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<p>L'intervista a Settimio Piattelli è stata realizzata il 17/04/1996 a Roma,  da Marcello Pezzetti, nell'ambito del progetto "Interviste alla storia" (v. scheda relativa).<br /><br /><br />Settimio Piattelli nasce a Roma il 02 gennaio 1921, da Graziano (Servadio) Piattelli e Emma Spagnoletto, ha un fratello Lello e una sorella Letizia più giovani. Il padre è venditore ambulante di souvenir, la famiglia vive in condizioni economiche discrete. Settimio frequenta la scuola pubblica e non ricorda problemi particolari di antisemitismo. Ricorda il '38, l'interruzione della scuola e l'impedimento di andare in spiaggia per gli ebrei, la revoca al padre della licenza di ambulante: si lavora di nascosto alla giornata e Settimio inizia il lavoro di lucidatore di mobili.  Dopo l'8 settembre '43 le condizioni di vita diventano più difficili, fino al rastrellamento del ghetto di Roma del 16 ottobre '43. Settimio e il fratello Lello si sottraggono alla cattura e si rifugiano da una zia, ma il resto della famiglia è arrestata. Dopo 4, 5 mesi  Settimio e il fratello sono catturati dai fascisti, portati a Via Tasso, da qui a Regina Coeli terzo braccio e poi al campo di Fossoli a giugno del '44: descrive la vita al campo, gli aiuti in denaro da parte di conoscenti e dopo um mese la deportazione ad Auschwitz. Settimio descrive il viaggio in treno e l'arrivo al campo, la prima selezione, limmatricolazione e la quarantena, dice di essere stato tatuato dopo un mese dal suo arrivo. Ricorda le vessazioni da parte dei prigionieri guardiani, le violenze e i maltrattamenti, l'arrivo di nuovi prigionieri e il pudore di dire loro la verità sulla sorte dei familiari separati alla selezione. Descrive le selezioni successive e ricorda la strage degli zingari, il trasferimento in treno a Stutthof , dove resta per circa 2 mesi.<br />Settimio si rifiuta di raccontare un episodio della sua vita nei campi, che ha deciso di raccontare solo al regista Spielberg. Dopo Stutthof è trasferito a Stoccarda e poi a Vaihingen dove il 07 aprile '45 avviene la liberazione. Al ritorno in Italia gli chiedono notizie di altre persone deportate, Settimio racconta ma stenta a farsi credere.</p>
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Intervista a Settimio Piattelli
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