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Agata "Goti" Bauer
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Agata "Goti" Bauer
n8:tableOfContents
1 - La famiglia 2 - Da Beregovo a Fiume 3 - 1938: le conseguenze delle leggi antiebraiche 4 - L'istruzione 5 - 1943 6 - L'organizzazione della fuga in Svizzera 7 - L'arresto alla frontiera italiana 8 - Il Carcere di San Vittore 9 - Fossoli 10 - La deportazione 11 - Auschwitz: la selezione, la vita nel campo 12 - Chemnitz 13 - Terezin 14 - La liberazione 15 - Il ritorno in Italia
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1995 set. 08 - 1995 set. 18
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non fiction
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L'intervista a Agata (Goti) Herskovits Bauer è stata realizzata a Milano l'8 settembre 1995 da Liliana Picciotto, nell'ambito del progetto "Interviste alla storia" (vd. scheda relativa). L'intervista a Goti Herskovits, nata il 29 luglio 1924 a Berehovo , in Cecoslovacchia, si divide idealmente in quattro parti: la prima parte sugli anni trascorsi fra la Cecoslovacchia e Fiume, fino al 1938; la seconda riguardante il periodo compreso fra leggi antiebraiche del 1938 e la deportazione ad Auschwitz (16 maggio 1944); il periodo della reclusione ad Auschwitz e il trasferimento nel campo di Theresienstdat; un'ultima breve parte dedicata ai mesi che vanno dalla liberazione di Theresienstadt, nel maggio del 1945 dalle truppe sovietiche. Nella prima parte l'intervistata si sofferma sulla vita e gli usi famigliari, sui genitori - il padre Luigi e la madre, Rebecca Amster; e il fratello più piccolo, Tiberio; quindi sul trasferimento di tutta la famiglia a Fiume nel 1929, per esigenze di lavoro del padre che di professione era commerciante. L'intervista prosegue con il racconto sugli anni trascorsi a Fiume fra il 1938 e il 1944 caratterizzati da un lato dall'incertezza economica causata dalla perdita del lavoro da parte del padre; dall'altro dall'abbandono forzato della scuola pubblica da parte dell'intervistata e dalla prosecuzione degli studi liceali in forma privata fino al conseguimento del diploma di maturità liceale nel 1942 (come consentito dalla legge); La terza parte dell'intervista concerne il periodo successivo l'8 settembre. L'intervistata racconta dell'aiuto e solidarietà ricevuta da alcuni vicini e poi della decisione di tentare la fuga in Svizzera, nel febbraio 1944. Il racconto si sofferma sui momenti e i particolari di questa fuga che vede lei e la sua famiglia passare per Trieste, Viserba, Milano, Varese fino ad arrivare a Cremenaga, al confine svizzero, dove traditi dalle guide sono arrestati dagli ufficiali di frontiera. L'intervistata racconta quindi dei trasferimenti dalla caserma di Cremenaga al Carcere di San Vittore a Milano, al campo di Fossoli in provincia di Carpi, fino alla partenza per Auschwitz avvenuta con il convoglio del 16 maggio 1944. L'ultima parte dell'intervista racconta l'arrivo ad Auschwitz, la selezione e la drammatica separazione dalla madre, dal padre e dal fratello destinati alle camere a gas. L'intervistata selezionata per i lavori forzati racconta la vita del lager, spiega l'organizzazione della giornata, le punizioni, le torture, la fame, il lavoro faticoso ed estenuante, i legami con le proprie compagne di baracca e le strategie di sopravvivenza. Da Birkenau viene trasferita a Chemnitz in una fabbrica di munizioni. L'intervista si conclude con il racconto del trasferimento da Chemnitz al campo di Theresienstadt, la liberazione del campo da parte delle truppe sovietiche, la fuga dal campo. Allora si dirige verso Praga e poi da lì raggiunge Vienna. Dopo svariate settimane trascorse nel campo profughi di Vilner a Vienna, si unisce a un gruppo di jugoslavi con i quali fa ritorno a Fiume.
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Intervista a Goti Bauer
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